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Francesca Dallapè, Melbourne dietro l’angolo

Non è una città di mare, ma Trento con i tuffi ci ha sempre azzeccato. L’ennesima conferma è arrivata da Francesca Dallapè (nella foto con l'allenatrice Giuliana Aor), la stellina dal trampolino, che dal 26 marzo sarà in lizza ai Campionati Mondiali di Melbourne per guadagnarsi un posto tre le prime quattro nella gara del sincro dai tre metri. Il che vorrebbe dire un passaggio in direttissima per i Giochi Olimpici cinesi del 2008: «Le Olimpiadi di Pechino non ci scappano – si è fatta portavoce la ventenne trentina, ben sicura di esprimere a pieno anche il pensiero di Noemi Batki, sua compagna nel duo – le prime quattro coppie della rassegna mondiale passano il turno per le Olimpiadi. Dato che le cinesi, candidate alla vittoria, sono già qualificate di diritto perchè giocano “in casa”, non è escluso che ci sia un altro posto libero (e salirebbero quindi a cinque le coppie che si qualificano direttamente alle Olimpiadi)».

Le chiacchiere, per il momento, servono a poco. Sono i fatti che contano. L’obiettivo sembra essere alla portata: ai Mondiali di Montreal nel 2005 la coppia Dallapè-Batki si classificò al quinto posto, mentre agli Europei di Budapest scese di una piazza fino al sesto. Rincuora il fatto che agli Italiani Assoluti della scorsa settimana a Trieste le due ragazze hanno ottenuto un punteggio di gara, vicinissimo al proprio record.
«Il tuffo, la Francesca, ce l’ha nel sangue ma le manca ancora un po’ di cervello per diventare una campionessa. Ci proviamo ad eliminare i difetti. Spesso inizia bene le cose ma non le finisce» aveva detto l’allenatrice Saveria Aor, qualche anno fa in un’intervista su un quotidiano locale con molta schiettezza. Da allora Francesca ne ha fatti di passi da gigante, tanto da inserirsi tra le migliori in Italia non solo nel sincro (dove non la batte nessuno) ma anche nel trampolino individuale. «Avrei preferito qualificarmi per i Mondiali anche nella gara dai tre metri – si è rammaricata Francesca dopo gli Italiani - ma non sempre si riesce ad avere un alto livello di concentrazione e di forma fisica. In terra australiana mi dovrò accontentare del sincro. Sarà invece la mia compagna Noemi a saltare anche dai 3 metri, nelle qualificazioni ha raggiunto il punteggio più alto».
Francesca è ben consapevole di essere l’ultima atleta, in ordine di tempo non certo di importanza, di una lunga serie di campionesse. La storia dei tuffi trentini comincia da Saveria Aor, che a Casablanca (dove il padre lavorava in una fabbrica che produceva impianti per la pastasciutta e dove è stata per 10 anni la numero uno in Marocco), imparò a tuffarsi. Lì c’era una piscina seconda al mondo solo a quella di Los Angeles negli anni ’40. Fu lei la capostipite di una dinastia di campionesse italiane che si sono distinte anche a livello internazionale. La figlia di Saveria, Giuliana Aor è stata 10 volte tricolore con le insegne del Csi Nuoto Trento, ha vinto la Coppa Europa, è stata bronzo ai Giochi del Mediterraneo e ai Giochi Latini in Messico. Poi ci fu a livello nazionale fu Valentina Lenzi, fino ad arrivare alla pupilla delle Aor, la ventenne Francesca Dallapè, che fra poche settimane partirà per il suo secondo mondiale. Da sempre in forza alla Buonconsiglio Nuoto del presidente Agrimi, supporter numero uno dei tuffi trentini, la Dallapè fa ora parte anche del gruppo sportivo dell’Esercito. Ai tempi delle gare di Giuliana Aor nemmeno ci si poteva immaginare che una donna potesse entrare in un corpo militare. Meno male che i tempi cambiano.
«Ho cominciato ad affacciarmi nel panorama internazionale dei tuffi quando ho vinto la medaglia d’argento ai Campionati Europei Juniores del 2004 – racconta Francesca - Da quel momento un’ascesa continua, grazie anche al lavoro incessante della mia allenatrice Giuliana, che mi segue a tempo pieno. Proprio lei mi ha scoperta durante un corso di nuoto, all’età di sei anni, perchè adoravo tuffarmi anziché fare gli esercizi di tecnica. Io e Giuliana abbiamo un rapporto privilegiato e lei mi da anche consigli di vita, non solo di sport. Ma abbiamo sempre mantenuto un ruolo distinto tra allenatrice e atleta. E questa è anche la nostra forza». Cresciuta all’ombra della fenomenale Tania Cagnotto, che più di lei ha il fatto che è figlia d’arte e dispone del Centro federale a Bolzano trainato dal padre Giorgio, Francesca sta guadagnando terreno a passi lesti, nonostante la grave carenza che esiste in "patria". Nella piscina Manazzon di Trento, infatti, che messa com’è messa avrà vita breve, deve limitarsi a praticare l’attività sul trampolino, perchè manca la piattaforma «Per fortuna adesso posso allenarmi tre volte alla settimana a Bolzano, assieme agli altri della Nazionale. Così mi sento meno sola (a Trento sarebbe l’unica tuffatrice, e le altre della squadra hanno al massimo 10 anni)». Fidanzata con Manuel da tre anni e mezzo «però ci riserviamo i nostri spazi e non stiamo sempre insieme», Francesca, vive a Trento con i genitori, il fratello Federico di 15 anni, due gatti e il cane Leo. Come tutte le ragazze della sua età adora ballare e fare tardi in discoteca, andare in giro per lo shopping, ascoltare musica, incontrare le amiche. Talvolta dopo l’allenamento si ferma anche a Bolzano, a casa Cagnotto, visto che lì c’è Tania e altre della Nazionale, come la Marocchi e dell’Uomo. «Andiamo tutti d’accordo e ci troviamo anche fuori dalla piscina. La Nazionale è la mia seconda casa dove ho trovato dei veri amici».
Non solo trampolino. Francesca ha fatto un piccolo tuffo anche nel mondo della televisione: lo scorso giugno è stata scelta come protagonista per un clip degli Hana-B, gruppo musicale emergente (il video diretto da Jasen Nannini già regista per Subsonica, Afterhours, Nada…). Il video di “In Vortice” si può scaricare e vedere direttamente sul sito web del gruppo all’indirizzo www.hana-b.it ed è il secondo singolo tratta dal cd “Camera Oscura”. Qualche anno fa, assieme alla allenatrice Saveria Aor, è stata anche la protagonista di “un due hop!”, diretto da Luca Busso (Il filmato andò in onda nel settembre 2003, all’una di notte, nella trasmissione di Rai2 «Punto doc», quindi venne presentato nel novembre 2003 in concorso ad Amsterdam all’International Documentary Film Festival, poi al Festival Saracinema e allo Spazio Torino). Uno spaccato di quotidianità sportiva dal grande significato umano, un viaggio nel rapporto significativo tra la campionessa degli anni ’40 e l’allora emergente, oggi affermato, talento dei tuffi trentini.

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