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Le interviste: Lavarda al settimo cielo

Jenny Lavarda: «È straordinario vincere in casa»
«Questa gara è stata straordinaria – ha commentato la vicentina Lavarda, uno scricciolo leggerissimo ma in grado di fare grandi cose con piccozze e ramponi -. Sono riuscita a mantenere la concentrazione per tutta la gara e a concludere la prova in brevissimo tempo, senza commettere alcun errore. È la terza volta che partecipo alla gara di Daone, ma mai come quest'anno mi sono preparata a puntino. Mi sono allenata davvero tanto, sia su roccia, sia nella palestra che mi sono costruita a casa e sono arrivata in splendida forma. Dedico questa vittoria a mio papà Valerio che mi segue sempre e non ha mai smesso di incoraggiarmi. E ringrazio anche tutti quelli che mi conoscono e che hanno seguito qui a Daone. Devo fare i complimenti agli organizzatori, perché la struttura, indipendentemente dalle condizioni di tempo che non hanno aiutato, era impeccabile con degli splendidi tracciati, difficili quanto basta per divertirsi. Ho già conquistato una medaglia di bronzo a Daone, ma quest’anno ho vinto l’oro ed ancora non riesco a crederci. È una cosa fantastica vincere in casa: io sono molto sensibile ed emotiva, ma quando sento il pubblico dalla mia parte mi carico di energia come non mai e arrivo fino alla vittoria».

Petra Müller: «Peccato per l’errore finale, ero davvero in forma»La fatica camuffata in eleganza è propria della svizzera Petra Müller, che si è classificata al secondo posto, al termine di una buona prova, intaccata però da un errore nell’ultima via della finale. “Peccato per una disattenzione che mi ha fatto cadere quando avevo quasi raggiunto la sommità, sulla parete verticale – ha commentato la Mueller che è rimasta comunque molto soddisfatta della sua prova - Sono partita subito veloce, cercando di non distrarmi e di salire rapidamente, così da avere maggior tempo nella restante parte del percorso. Stavo andando davvero bene, ma alla fine la piccozza non ha retto e sono caduta. Faccio i complimenti alla Lavarda, che si è davvero meritata questa vittoria».

Angelika Rainer: «Per un soffio non sono arrivata terza»La ventenne di Merano Angelika Rainer si è classificata al quarto posto dopo un gara davvero straordinaria. «Peccato per la prima prova, su tre, della finale. Ho toccato il top un secondo dopo lo scadere. Per un soffio non mi sono classificata terza. Questa è la mia prima Coppa del Mondo ed è iniziata nel migliore dei modi. L’anno scorso avevo preso parte solamente ad una tappa, ma a causa di un infortunio alla gamba mi sono dovuta fermare. Adesso intendo allenarmi per continuare ad ottenere ottimi piazzamenti anche nelle restanti competizioni».

Barbara Zwerger: «Oltre ogni aspettativa, percorso molto difficile»L’altoatesina Barbara Zwerger fa l’insegnante di educazione fisica a Bolzano, ma appena può corre a prendere piccozza e ramponi per allenarsi. «Certo non è facile trovare il tempo di allenarsi e in questa prima tappa ho sentito davvero la mancanza di allenamento. Ho dato tutte le mie energie nella semifinale, e già raggiungere la finale è stato per me un importantissimo risultato. Quest'anno il tracciato è molto più tecnico, difficile ed esclusivamente “dry”, rispetto all’anno scorso».

Markus Bendler: «La mia vittoria è per Berger»L’austriaco Markus Bandler ha vinto questa prima tappa di coppa del mondo. «Dedico questa vittoria a Berger, il mio connazionale e amico che ci ha lasciato il 20 dicembre scorso, per un incidente che gli è accaduto mentre arrampicava su una delle sue pareti preferite. Senza di lui e senza i suoi insegnamenti non sarei mai arrivato dove sono arrivato oggi. Mi ricordo ancora quando mi allenavo con lui in parete, il mondo dell’arrampicata non sarà più lo stesso senza di lui, era il più grande».

Herbert Klammer: «Un podio importante»Herbert è timido e riservato, ma quando arrampica è davvero una potenza. È stato l’unico italiano a salire sul podio maschile, terzo classificato: «Il un piazzamento importante. Che fa il bis con quello dello scorso anno. Una soddisfazione, perché la gara si svolgeva nella mia regione. Ho intenzione di fare grandi cose in questa Coppa del Mondo 2007: parteciperò a tutte le tappe e quindi sarò anche a Sas Fee in Svizzera e in Romania».

Mario Prinoth: «Parapendio e arrampicata sono le mie passioni»Il fassano si è classificato al nono posto, ma è comunque soddisfatto della sua prestazione: «Un incidente di percorso non mi ha permesso di proseguire nell’ultima prova della finale. Un vero peccato, perché mi sentivo in forma e avrei voluto continuare la mia finale nel migliore dei modi. Purtroppo gli infortuni di tale genere non si possono prevedere. Credo che quest’anno la Coppa del Mondo di Daone sia stata veramente difficile: i percorsi in “dry tooling”, senza o con poco ghiaccio, sono davvero difficili, perché richiedono una grandissima preparazione tecnica». Mario ha 36 anni, lavora per una scuola di parapendio e si allena in una grotta di Pian. Con il ghiaccio ha dimestichezza dal lontano 1990, quando ha cominciato a scalare le pareti di cristallo. Dal 1999 si è gettato anche nell’agone della Coppa del Mondo e di altre competizioni nazionali. La sua professione gli permette comunque di allenarsi e di arrampicare quasi ogni giorno.

Mauro (Bubu) Bole : «Ancora una volta in finale mondiale»
«Fra dieci anni sarò ancora qui a gareggiare» – Con queste parole il triestino Mauro Bubu Bole, uno dei climber più popolari in Italia e nel mondo, ha salutato il pubblico di Daone, che lo ha incitato in questa prima tappa di Coppa del mondo. «Sono arrivato quinto e mi ritengo soddisfatto, perché il mio obiettivo era quello di centrare la finale. Tutti i percorsi di gara sono stati tracciati da veri professionisti e non saprei dire quale via fosse la più difficile. Mi diverto un mondo a gareggiare, questa è la mia passione e continuerò a farlo finché il fisico me lo permetterà. Non programmo mai le mie competizioni, decido volta per volta a quale prendere parte. Forse è questa la motivazione che mi spinge ad andare avanti e a continuare ad arrampicare, su roccia, su ghiaccio, in inverno e in estate. Non ho preferenze».

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