Mirco Mezzanotte, la fatica come grande passione
Non si può certo dire che Mirco Mezzanotte sia un atleta di facile gestione, soprattutto dal punto di vista di un allenatore. Lo sci-alpinista del Tesino, nato a Borgo Valsugana l’11 febbraio del 1974, si allena in solitaria, come del resto fanno un po’ tutti gli atleti che praticano questa disciplina. Ma con un proprio metodo, e guai a dirgli come deve fare. Lui va in montagna seguendo il suo ritmo biologico e l’umore della giornata. «Diciamo che non faccio troppi programmi – ci ha detto - Io sono uno che prende e va, se sto bene faccio molti chilometri, se non sono in forma riduco le distanze». E fino ad ora, gli è sempre andata bene, tanto che persino i tecnici della Nazionale non sono riusciti più di tanto a interferire con la sua preparazione. I risultati comunque, parlano chiaro. La scorsa settimana ha infilato la terza vittoria alla Pizolada delle Dolomiti, successo che lo candida anche a vincere la classifica della Coppa delle Dolomiti: al momento ha 25 punti di vantaggio (anche se con una gara in meno) sul secondo classificato. E rischia anche di vincere la Coppa delle Dolomiti Orientali, che si svolge tra Veneto e Friuli.
La primavera è già iniziata, quanto meno da calendario se non per le temperature e lo scialpinismo si appresta alle ultime competizioni: il prossimo 15 aprile, Mirco sarà in lizza corsa alla Ski Alp di Campiglio, valida anche come tappa finale alla Coppa del Mondo di sci alpinismo individuale. «Quest’anno ho preso parte solamente alla prima tappa del circuito mondiale e non ero neanche tanto in forma. Ma la Skialp la faccio perché gioco in casa: non sarà per niente una passeggiata». E a proposito della coppa del mondo Mirco ci tiene a precisare che non si trova per niente d’accordo con i nuovi regolamenti. «Da quest’anno la Federazione Internazionale di scialpinismo ha deciso che tutti gli atleti devono utilizzare sci, scarponi e attacchi di ugual peso. E senza scendere al di sotto del limite prefissato, indipendentemente dalla stazza dell’atleta (altrimenti si applicano degli appositi pesetti). Credo che ciò vada a svantaggio di atleti con la corporatura più esile come me: Se un atleta ha il 44 di piede è matematico che il suo scarpone peserà di più, rispetto a quello di un atleta che porta il 39». Di piccola statura e leggero, infatti, Mirco Mezzanotte è un fascio di muscoli e nervi. E determinazione. Ha praticato corsa su strada e in montagna fin da giovanissimo, per poi passare definitivamente allo sua più grande passione, quella dello sci alpinismo. Nel ’95 iniziò a competere nei circuiti più prestigiosi di scialpinismo agonistico ottenendo subito ottimi risultati. Nel 2002, dopo la selezione di Cervinia, entrò a far parte della Nazionale Italiana iniziando una lunga serie di prestigiosi successi in tutta Europa. «Rispetto ad altri atleti mi alleno veramente poco, quest’anno ho fatto “appena” 60.000 metri di dislivello, conto di arrivare ad 80.000 alla fine della stagione. Per il mio fisico credo che questo sia più che sufficiente, preferisco non sobbarcarmi di lavoro. Meglio pochi chilometri, ma fatti bene». Mirco si allena da solo, non crede più di tanto alle potenzialità degli integratori di vario genere, non utilizza il cardio-frequenzimetro, non beve durante le competizioni e non è nemmeno particolarmente attento alla sua alimentazione. «Anzi, sono golossissimo di dolci e non posso farne a meno». Eppure viaggia, eccome se viaggia! Nel suo palmares si contano una medaglia d’argento in Coppa Europa nella specialità a coppie conquistata nel 2002. Un altro argento agli Europei a coppie nel 2003. La vera consacrazione nel gotha dello sci alpinismo mondiale è arriva nel 2004 con la vittoria in Coppa del Mondo. Anche da solo Mirco non se la cava poi male: dal 2001 al 2004 ha vinto 4 titoli italiani.
E, manco a dirlo, il Lagorai è ovviamente la sua palestra prediletta. «Per restare ad alti livelli - dice – bisogna avere una smisurata passione. Questo ti permette di superare anche gli allenamenti più duri» Ed anche quando Mirco potrebbe starsene lontano dalle vette, in un modo o nell’altro (e c’era forse da dubitarne?) ci ritorna. Per esempio, nella bella stagione, dalla tarda primavera all’autunno per intenderci, si occupa di far rilievi per tracce Gps per conto di una ditta che prepara cartine escursionistiche. Persino la sua fidanzata l’ha conosciuta in quota, sul ghiacciaio del Monte Bianco. E non si è ancora stufato di questa faticosissima disciplina: «Almeno fino ai quarant’anni continuerò a praticare questo sport: se il fisico regge non vedo perché dovrei smettere». E come dargli torto visto che con i suoi 33 anni è quasi un giovanotto nella nazionale di sci alpinismo, considerando che ci sono atleti che hanno ben 10 anni più di lui. E anche quando Mirco potrebbe starsene in santa pace a far parole crociate sotto l’ombrellone al mare, non ci riesce, è più forte di lui: «Nel mio tempo libero - chiamiamolo pure così – cerco di viaggiare il più possibile. Faccio spedizioni, esploro altre montagne, per esempio mi è piaciuto tantissimo l’Himalaya. Sono viaggi di piacere e mi mantengo allenato». Concludiamo l'intervista con un caro saluto "agli amici veri della Bela Ladinia", Olivo Micheluzzi e Ivano Verra.